«La tragedia d’un personaggio», analisi della novella di Luigi Pirandello

Di Riccardo Mainetti.

Ne “La tragedia d’un personaggio” il personaggio “in cerca d’autore che ne sia degno” è solo uno, lui, il dottor Fileno ma le tematiche trattate sono quelle che verranno poi esplicitate nei “Sei personaggi in cerca d’autore”.

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La tragedia d’un personaggio. Analisi

«La tragedia d’un personaggio», analisi della novella

Per gentile concessione dell’Autore.

Pirandello e la tragedia del personaggio capitato nelle mani sbagliate

Luigi Pirandello è un scrittore che ha saputo padroneggiare come pochi il genere della tragedia. È anche stato un autore che ha tratto non poche delle sue opere teatrali sul canovaccio di novelle scritte precedentemente e poi sviluppate in testi teatrali in cui i temi della novella in questione sono stati sviscerati completamente e “messi in bocca” a vari personaggi. Uno degli esempi più lampanti e fulgidi di questo meccanismo pirandelliano di trasformare una novella in un dramma, una tragedia o una commedia teatrale è, senza alcun dubbio, quello di “La tragedia d’un personaggio”, novella facente parte delle “Novelle per un anno”. La novella in questione inizia come una sorta di confessione di Luigi Pirandello che ammette di “dare udienza” ai suoi personaggi ogni domenica mattina. L’autore passa quindi in rassegna alcuni di questi personaggi, come, tanto per fare un esempio, “il maestro Icilio Saporini, spatriato in America nel 1849 e tornato in patria per morirci…”. Un giorno poi, mentre si appresta a dare udienza ai suoi personaggi, alcuni scontrosi e antipatici, ecco imporsi alla sua attenzione il dottor Fileno.

Per la verità del dottor Fileno, o meglio del povero dottor Fileno, la cui tragedia preminente era quella di esser capitato nelle mani dell’autore sbagliato, Pirandello si era già occupato e della sua sorte sia doluto quanto era lecito e giusto. Oramai quindi per Pirandello la “pratica Fileno” era da considerarsi chiusa. Ed invece riecco comparire il dottor Fileno ed imporre la propria, ingombrante, presenza e accampare la pretesa di fare, più compiutamente, partecipe Pirandello della propria tragedia o meglio di quella che il dottor Fileno, autore del trattato “La filosofia del lontano” che il suo autore originario, colui che lo “partorì” come personaggio vivo. E da quel punto di partenza personale il dottor Fileno si spinge a parlare dei personaggi in generale, di coloro, cioè, che come lui furono partoriti dalla fantasia di un autore che li creò “forse meno reali ma veri”; veri e immortali. Infatti un personaggio, una volta creato resterà vivo e vero per l’Eternità. Morrà l’autore che gli ha dato la vita ma lui resterà per sempre.

Nella novella “La tragedia d’un personaggio” si prefigura, nettamente, il dramma “Sei personaggi in cerca d’autore”. Ne “La tragedia d’un personaggio” il personaggio “in cerca d’autore che ne sia degno” è solo uno, lui, il dottor Fileno ma le tematiche trattate sono quelle che verranno poi esplicitate nei “Sei personaggi in cerca d’autore”. Dove nel dramma teatrale pare di scorgere Luigi Pirandello tanto nel Padre quanto nel Figlio Legittimo qui, nella novella “La tragedia d’un personaggio” invece Pirandello sembra vestire quelli che nel dramma saranno i panni del Capocomico, con la differenza che dove nei “Sei personaggi in cerca d’autore” il Capocomico si farà poi persuadere a dar voce ai sei personaggi qui, Pirandello, dopo aver dato ascolto allo “sperduto personaggio” e dopo aver ascoltato la sua tragedia ed aver consigliato al tragico e sperduto personaggio di applicare a se stesso ed alla sua vicenda la “teoria del cannocchiale rovesciato” di cui il dottor Fileno tratta nel proprio saggio “La filosofia del lontano”, lo “liquida” per tornare ad occuparsi dei suoi poveri personaggi “…i quali saranno cattivi, saranno scontrosi, ma non hanno almeno la sua stravagante ambizione”.

Riccardo Mainetti

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