Legge Luigi Maria Corsanico.
Dalla novella «Caffè notturno» (1918) poi intitolato «La morte addosso» (1923)
Prima rappresentazione: 21 febbraio 1923
Roma, Teatro degli Indipendenti, Compagnia degli «Indipendenti» diretta da Anton Giulio Bragaglia.
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L’UOMO DAL FIORE: Ah, lo volevo dire! Lei dunque un uomo pacifico è… Ha perduto il treno?
L’AVVENTORE: Per un minuto, sa? Arrivo alla stazione, e me lo vedo scappare davanti.
L’UOMO DAL FIORE: Poteva corrergli dietro!
L’AVVENTORE: Già. È da ridere, lo so. Bastava, santo Dio, che non avessi tutti quegli impicci di pacchi, pacchetti, pacchettini… Più carico d’un somaro! Ma le donne – commissioni… commissioni… – non la finiscono più. Tre minuti, creda, appena sceso di vettura, per dispormi i nodini di tutti quei pacchetti alle dita; due pacchetti per ogni dito.
L’UOMO DAL FIORE: Doveva esser bello! Sa che avrei fatto io? Li avrei lasciati nella vettura.
L’AVVENTORE: E mia moglie? Ah sì! E le mie figliuole? E tutte le loro amiche?
L’UOMO DAL FIORE: Strillare! Mi ci sarei spassato un mondo.
L’AVVENTORE: Perché lei forse non sa che cosa diventano le donne in villeggiatura!
L’UOMO DAL FIORE: Ma sì che lo so. Appunto perché lo so. (Pausa.) Dicono tutte che non avranno bisogno di niente.
L’AVVENTORE: Questo soltanto? Capaci anche di sostenere che ci vanno per risparmiare. Poi, appena arrivano in un paesello qua dei dintorni, più brutto è, più misero e lercio, e più imbizzarriscono a pararlo con tutte le loro galanterie più vistose! Eh, le donne, caro signore! Ma del resto è la loro professione… – «Se tu facessi una capatina in città, caro! Avrei proprio bisogno di questo… di quest’altro… e potresti anche, se non ti secca (caro, il «se non ti secca»):… e poi, giacché ci sei, passando di là…» – Ma come vuoi, cara mia, che in tre ore ti sbrighi tutte codeste faccende? – «Uh, ma che dici? Prendendo una vettura…» – Il guajo è che, dovendo trattenermi tre ore sole, sono venuto senza le chiavi di casa.
L’UOMO DAL FIORE: Oh bella! E perciò?
L’AVVENTORE: Ho lasciato tutto quel monte di pacchi e pacchetti in deposito alla stazione; me ne sono andato a cenare in trattoria; poi, per farmi svaporar la stizza, a teatro. Si crepava dal caldo. All’uscita, dico, che faccio? Sono già le dodici; alle quattro prendo il primo treno; per tre orette di sonno, non vale la spesa. E me ne sono venuto qua. Questo caffè non chiude, è vero?
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Un commento su “L’uomo dal fiore in bocca – Audio lettura”
bravissimo!!!