Dei sette romanzi di Pirandello, solo Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno e centomila sono considerati classici del Novecento. I vecchi e i giovani e Quaderni di Serafino Gubbio operatore hanno cominciato piĂą recentemente a ricevere la meritata attenzione. Gli altri tre, L’esclusa, Il turno e Suo marito, sono, invece, ingiustamente, meno noti al pubblico e meno valorizzati dalla critica.
Margherita Ganeri
Pirandello romanziere
Rubbettino Editore – 2002 – pp. 260
Prezzo di copertina Euro 12,91
Dei sette romanzi di Pirandello, solo Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno e centomila sono considerati classici del Novecento. I vecchi e i giovani e Quaderni di Serafino Gubbio operatore hanno cominciato piĂą recentemente a ricevere la meritata attenzione. Gli altri tre, L’esclusa, Il turno e Suo marito, sono, invece, ingiustamente, meno noti al pubblico e meno valorizzati dalla critica. A tutti è qui dedicato un ampio commento testuale, che segue scrupolosamente l’andamento delle trame, analizzandone i singoli passaggi e snodi. L’illustrazione dettagliata si collega poi a un’ampia serie di proposte interpretative, orientate a rifondare, dopo la ricognizione del dibattito critico, alcuni giudizi di valore. Contro chi ritiene superfluo o addirittura sbagliato accostarsi ai grandi autori, ormai diventati classici, con un intento valutativo, da critica militante, l’autrice ha ritenuto indispensabile esplicitare e motivare un preciso canone, in qualche caso discostandosi da quello piĂą diffuso e consolidato.
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Luigi Pirandello, secondo di sei figli, nasce la sera del 28 giugno 1867 ad Agrigento (l’antica colonia greca di Akragas che si chiamerĂ Girgenti fino al 1927) da Stefano Pirandello e da Caterina Ricci-Gramitto, sposata nel 1863, in una casa colonica non ancora ben rifinita che si trovava nella tenuta paterna denominata “Caos”, qualche chilometro fuori dalla cittĂ , sulla strada che conduce verso Porto Empedocle, in una contrada suggestiva che dall’alto di un costone da un lato guarda verso il mare e dall’altro è delimitata da una ripido e piccolo valloncello che porta direttamente alla spiaggia..Â
… Io dunque son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà , perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco, denominato, in forma dialettale, Cà vusu dagli abitanti di Girgenti. Colà la mia famiglia si era rifugiata dal terribile colera del 1867, che infierì fortemente nella Sicilia. Quella campagna, però, porta scritto l’appellativo di Lina, messo da mio padre in ricordo della prima figlia appena nata e che è maggiore di me di un anno; ma nessuno si è adattato al nuovo nome, e quella campagna continua, per i piú, a chiamarsi Cà vusu, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Xà os.
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