Pirandello e la poetica dell’esperienza – Di Biagio Lauritano

Di Biagio Lauritano

In Pirandello attraverso il tempo che passa l’uomo riesce a migliorarsi interiormente passando da una condizione di miseria esistenziale ad una di libertà interiore e questo attraverso l’analisi che egli fa della realtà da vari punti di vista ovvero attraverso i vari momenti esperienza i quali gli forniscono la summa delle proprie risorse intellettuali, riflesso questa della propria identità.

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Pirandello e la poetica dell'esperienza

Pirandello e la poetica dell’esperienza

Per gentile concessione dell’Autore

In Pirandello la crisi dell’io non è solo la crisi dell’identità del singolo individuo, ma la crisi di ognuno di noi nella perdita di senso nella percezione del presente; essa vuole cioè significare la rottura con gli schemi sia della tradizione classica sia di quella romantica sia di quella decadente. In altre parole l’uomo non riesce più a comunicare con se stesso secondo una dimensione ordinata dell’esistenza, non riconosce più i propri sentimenti e ricordi, non predilige più l’Assoluto nascosto delle proprie pulsioni interiori.

Siamo praticamente a un passo dalla dimensione dell’Assurdo prodotta dall’assillo continuo di una ricerca di verità che viene sempre negata. Non importa da quale punto di vista si guardi la realtà; essa viene continuamente alimentata dell’imprevisto e dalla sorpresa viste le conseguenze del non riuscire più a capire le cause dei vari avvenimenti. La realtà va allora contro l’intima natura dell’uomo, è lugubre perché imbriglia l’uomo nella ricerca delle proprie radici: l’esistenza umana è impossibilitata a reggere un confronto alla pari con se stessa perché i vari topoi del suo Essere risultano disseminati lungo il proprio labirintico viaggio interiore e perciò i ricordi non possiedono più una connotazione fissa.

Ciò richiama nell’uomo un anelito al divenire ovvero il tentativo di migliorare la propria condizione di soggetto emarginato dalla società, cosa che paradossalmente rende lo rende disorientato nel tentativo di dare un nome a se stesso. Tutto ciò costituisce anche quell’agognato atteggiamento espressionista che denota l’uomo in modo difforme rispetto agli altri uomini proiettandolo in una dimensione che è perciò paradossalmente realistica, ma allo stesso tempo lontana da ogni volontà autentica.

A questo punto per riconciliarsi con se stesso, nel tentativo di riconoscersi nella società in cui vive, l’uomo può soltanto operare un salto metafisico nel senso che “deforma” il concetto di libertà prediligendo l’umorismo e l’autoironia: l’uomo diviene libero dai rigidi schemi della forma pur rimanendo ancorato ad un senso della vita associata monotono e ripetitivo, in altre parole egli gode dell’attimo fuggente evitando così il proprio smarrimento dell’Essere ovvero l’oblio.

A questo punto voglio parlare dell’esperienza autobiografica di ognuno di noi: noi la viviamo apparentemente nella “forma”, ma concretamente nella “vita” ovvero essa coincide con questa. Per spiegare cosa voglio dire posso tranquillamente introdurre il concetto di monade leibniziana: l’imperfezione di una monade richiama la perfezione dell’altra.

Quindi in Pirandello attraverso il tempo che passa l’uomo riesce a migliorarsi interiormente passando da una condizione di miseria esistenziale ad una di libertà interiore e questo attraverso l’analisi che egli fa della realtà da vari punti di vista ovvero attraverso i vari momenti esperienza i quali gli forniscono la summa delle proprie risorse intellettuali, riflesso questa della propria identità.

Allora non è un caso che Pirandello non è solo un dissacratore della forma, ma anche delle varie ideologie: egli si concilia solo apparentemente con il fascismo nascondendosi dietro il dogma della “forma”, così come con il futurismo poiché sembra proiettato nella dimensione onirica dell’avvenire, ma ciò solo apparentemente visto che, in senso espressionistico quanto in quello dei contenuti, egli rifiuta il progresso perché ha allontanato l’uomo dallo stato di natura.

L’autenticità dell’esperienza autobiografica accomuna Pirandello anche agli esiti della poetica di Ungaretti, reduce dal “vissuto interiore” della prima guerra mondiale: tutto ciò a significare che ogni momento della vita risulta connotato dall’esperienza che, attraverso lo scorrere del tempo, ci permette di colmare il nostro vuoto interiore.

Biagio Lauritano
Ricevuto via mail il 6 maggio 2025

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