Il volume affronta la complessa vicenda del teatro siciliano nei primi decenni del nostro secolo, nei suoi rapporti col principale protagonista Luigi Pirandello. Costituisce la piĂą importante e completa documentazione su Pirandello e il teatro siciliano; offre infatti una vastissima ed in gran parte inedita documentazione fotografica
Sarah e Enzo Zappulla
Pirandello e il teatro Siciliano
Giuseppe Maimone Editore – 1986 – pp.272
Prezzo di copertina. Euro 30,99
Dall’EditoreÂ
Il volume affronta la complessa vicenda del teatro siciliano nei primi decenni del nostro secolo, nei suoi rapporti col principale protagonista Luigi Pirandello. Costituisce la piĂą importante e completa documentazione su Pirandello e il teatro siciliano; offre infatti una vastissima ed in gran parte inedita documentazione fotografica: foto di Luigi Pirandello, di luoghi pirandelliani in Sicilia, di scene di lavori dialettali del drammaturgo, riproduzioni fotografiche di frontespizi di copioni, di autografi e di locandine di spettacoli pirandelliani; contiene inoltre foto di autori del teatro siciliano contemporaneo (o di poco antecedenti o successivi) a Pirandello, di attori siciliani o di fenomeni e avvenimenti del teatro siciliano compresi nel periodo che intercorre fra l’inizio del secolo XX e la scomparsa dell’Agrigentino. In quanto tale l’opera è destinata a costituire punto di riferimento per studiosi, critici, studenti, appassionati ecc. Il saggio introduttivo è stato scritto dalla prof.ssa Sarah Zappulla MuscarĂ ed una sintesi è stata tradotta in lingua inglese, francese e tedesca, dato l’interesse che oggi suscita in tutto il mondo il nome di Luigi Pirandello anche nell’ambito delle comunitĂ italiane all’estero.
Luigi Pirandello, secondo di sei figli, nasce la sera del 28 giugno 1867 ad Agrigento (l’antica colonia greca di Akragas che si chiamerĂ Girgenti fino al 1927) da Stefano Pirandello e da Caterina Ricci-Gramitto, sposata nel 1863, in una casa colonica non ancora ben rifinita che si trovava nella tenuta paterna denominata “Caos”, qualche chilometro fuori dalla cittĂ , sulla strada che conduce verso Porto Empedocle, in una contrada suggestiva che dall’alto di un costone da un lato guarda verso il mare e dall’altro è delimitata da una ripido e piccolo valloncello che porta direttamente alla spiaggia..Â
… Io dunque son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà , perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco, denominato, in forma dialettale, Cà vusu dagli abitanti di Girgenti. Colà la mia famiglia si era rifugiata dal terribile colera del 1867, che infierì fortemente nella Sicilia. Quella campagna, però, porta scritto l’appellativo di Lina, messo da mio padre in ricordo della prima figlia appena nata e che è maggiore di me di un anno; ma nessuno si è adattato al nuovo nome, e quella campagna continua, per i piú, a chiamarsi Cà vusu, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Xà os.
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