48. Improvvisi

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Improvvisi

 

48. Improvvisi

Queste due liriche furono pubblicate nella Nuova Antologia del 1° gennaio 1934, a cura di Corrado Alvaro, col titolo Improvvisi e con l’indicazione delle date approssimative: 1932-1933. Furono ristampate dopo la morte dell’Autore nell’Almanacco letterario 1938, Milano, Bompiani.

Chi dice che il tempo passa?
Passa il tempo che non è nulla.
Io ti vedo, Maria Lembo,
come tu eri da fanciulla,
col tuo abito nuovo di faglia,
a righine bianche e blu;
sotto l’ali e le ghirlande
di quel tuo grande cappello di paglia,
vedi, il tempo non passa piú.

M’hanno detto che sei morta;
ma eri vecchia e poco importa;
sono anch’io vecchio, Maria,
ma ora son giovine con te,
al Casino Valadier,
sulla terrazza che guarda Roma;
vuoi sapere dov’è Tordinona,
Tordinona che piú non c’è:
eccola, dico, non temere
che la zia ti veda con me.

****

Vivo del sogno di un’ombra nell’acqua:
ombra di rame verdi, di case
giú capovolte, e di nuovo nuvole.., e tremola
tutto: lo spigolo bianco d’un muro
nel cielo azzurro abbagliante, una corda
che l’attraversa, un fanale e il tronco
nero d’uiallo
di carta che galleggia…
Ombra nell’acqua – liquida città…
luminoso tremore, vastita’
il cielo chiaro, verde verde verde
di foglie — tutto par che vada e sta
e vive e non lo sa;
non lo sa l’acqua, non lo sanno gli alberi,
non lo sa il cielo né le case… Solo
un pover’uomo lo sa, che va
lungo l’argine triste
del canale.


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Noto soprattutto per le numerose e caratteristiche novelle, le singolari opere teatrali e gli altrettanto peculiari romanzi, Pirandello, agli albori della sua carriera, fu anche poeta. Un poeta che, nonostante fosse solo agli inizi, lasciava già intravedere chiare tracce non solo del suo inconfondibile stile, ma soprattutto della sua particolare visione del mondo e della natura umana. Nel 1960 vennero per la prima volta pubblicate in un’unica raccolta tutte le opere poetiche dell’autore, accompagnate da testi inediti pazientemente ricercati e recuperati fra i numerosi scritti sparsi. L’amore ed i rapporti fra uomo e donna, tematiche chiave in Pirandello, spesso trasfigurate da ambientazioni irreali e mitiche, mostrano già quelle lacerazioni e contraddizioni che col tempo diventeranno segni distintivi dell’intera opera pirandelliana. Basti pensare al titolo della prima raccolta poetica dell’autore, Mal giocondo, ossimoro che, dietro l’apparente scherzo nell’accostare due termini così dissimili, quasi a volersi burlare del lettore, anticipa le antinomie e incoerenze che saranno parte integrante delle successive opere teatrali e dei romanzi.

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