1929 – O di uno o di nessuno – Commedia in tre atti

Ancora una volta Pirandello rileva come l’unica vera dimensione disinteressata e naturale sia la maternità; nella paternità intervengono, invece, motivazioni egoistiche, suscitate da un senso dell’avere e dell’onore, retaggio della società pia che della natura. 

FONTE  Novella «O di uno o di nessuno» (1912)
STESURA aprile – maggio 1929
PRIMA RAPPRESENTAZIONE 4 novembre 1929 – Torino, Teatro di Torino, Compagnia Almirante-Rissone-Tofano.

Approfondimenti nel sito:
Sezione Tematiche – Paolo Quazzolo – Un caso di “pirandellismo”: O di uno o di nessuno
Sezione Novelle – O di uno o di nessuno

Premessa
Personaggi, Atto Primo
Atto Secondo
Atto Terzo

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O di uno o di nessuno - Commedia
Lina Sastri, O di uno o di nessuno, 1979. Da Linasastri.it

Premessa

Tratta dalla novella omonima, la commedia in tre atti fu composta nella primavera del ’29 e fu rappresentata per la prima volta a Torino nell’autunno dello stesso anno.

        Il dramma è incentrato sul tema incrociato della paternità e della maternità e, ancora una volta, Pirandello rileva come l’unica vera dimensione disinteressata e naturale sia la maternità; nella paternità intervengono, invece, motivazioni egoistiche, suscitate da un senso dell’avere e dell’onore, retaggio della società pia che della natura.

        L’amicizia di Carlino Sanni e di Tito Morena è rinsaldata dal fatto che i due sono anche colleghi di lavoro; svolgono la funzione di segretari di un ministero a Roma, dove si sono trasferiti dal Veneto. Gli inseparabili amici sembrano voler condividere ogni cosa; e, non potendosi permettere con i loro stipendi di impiantare una famiglia, pensano di condividere anche una donna. Fanno venire a Roma una dolce prostituta, Melina, compagna della loro scapestrata giovinezza, che riesce a dividere equamente tra i due cure e amore.

        Tutto fila liscio, finché un giorno Melina si accorge di essere incinta; il caso, o meglio la natura, non si mostra certo rispettosa nei riguardi di situazioni stabilite con razionalità per il bene di tutti. Ed ecco, all’improvviso, quasi divertita, butta all’aria e fa crollare tutte le comode costruzioni. Una donna si può dividere tra due, ma un figlio, no. Sarà sicuramente o dell’uno o dell’altro. L’imprevisto ma naturalissimo fatto fa saltare i falsi equilibri e tra i due amici scattano i meccanismi di egoismo e di antagonismo; diventano nemici. Melina, la remissiva e dolce creatura, che si è sempre piegata al volere dì tutti e due, ora si mostra assolutamente determinata a non disfarsi in nessun modo del figlio, che è certamente suo, ma poco dopo il parto muore.

        Il bambino senza madre ma con due padri, è conteso tra i due ex amici. La sorte capricciosa si cura di mettere riparo all’ increscioso caso. Vicino alla casa di Melina vive un uomo, il signor Franzoni, che, sembrerebbe proprio fatto apposta, ha la moglie ma non il figlio; lo ha dovuto sacrificare per salvare la vita della moglie. Si offre ora di prendere con sé il bimbo conteso: l’adotterà e l’alleverà come se fosse suo. La sorte, alle volte, è veramente provvidenziale!

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